miércoles, 7 de septiembre de 2011

Web Donne di Sabbia - Italia


Donne di Sabbia, è un gruppo di teatro formato per portare in scena lo spettacolo denuncia di Humberto Robles contro il femminicidio di Ciudad Juarez in Italia.
A marzo di questo 2011 il nostro gruppo ha compiuto 5 anni in cui ha portato le testimonianze dei parenti delle vittime in tante città italiane arrivando oggi a contare 53 repliche e tante persone in più che oggi sanno cosa sta succedendo in questa città di frontiera.
Donne di Sabbia non percepisce alcun guadagno ma offre il proprio spettacolo con la sola intenzione di fare conoscere al maggior numero di persone il terribile fenomeno del femminicidio. Rappresentare lo spettacolo senza fini di lucro è un imperativo morale che ci siamo imposti: ogni eventuale guadagno è devoluto all'associazione "Nuestras hijas de Regreso a casa", organizzazione messicana dei parenti delle vittime che lotta contro l’impunità e che dà un sostegno concreto agli orfani del femminicidio.
Marisela Ortiz Rivera, una delle fondatrici di "Nuestras Hijas de Regreso a Casa" ha scritto su di noi nel libro Mujeres de Arena di Humberto Robles:


"La nostra più profonda ammirazione a chi ha dedicato il proprio tempo, sforzi e risorse ad appoggiare la nostra causa. E qui non posso non parlare di Mónica Livoni Larco e Gianfranco Mulas, che dirigono e organizzano le rappresentazioni di “Donne di sabbia” con la collaborazione di Giuliana Bevilacqua, Adelaide Colher Pereira, Oriana Fruscoloni, Anna Ottone e Patrizia Papandrea, che sono diventati i nostri principali collaboratori e che si sono impegnati a diffondere in maniera emotiva e rivendicativa, in diverse città italiane, il dramma delle vittime, con una forza tale che riesce a motivare una platea che non guarda né i costumi né le coreografie né nient’altro. L'attenzione e i cuori del pubblico sono immediatamente catturati ad ascoltare le testimonianze delle vittime del femminicidio di Ciudad Juarez, attraverso le voci di queste splendide attrici che si concedono piene di sentimenti. Queste donne, nel rappresentare il testo, fanno sentire a chi le ascolta la perdita di un loro caro come propria, fanno sentire agli spettatori che le donne-bambine cui è stata tolta la vita violentemente a Ciudad Juárez, sono stati esseri umani come le loro figlie, semplici e belle come tutte le giovani della loro età, piene d’illusioni e di speranze per un futuro che non arriverà mai. Riescono a strappare le lacrime a volte di dolore, a volte d'indignazione per i crudeli crimini commessi che rimangono impuniti."