di Elena Romanello
Il dramma del femminicidio di Ciudad Juarez, al confine tra Messico e Stati Uniti dove dal 1994 giovani donne vengono fatte sparire, uccise, violentate, seviziate ad opera di maniaci e della criminalità organizzata in mezzo all'omertà della polizia, potrebbe essere uno dei tanti dimenticati se non fosse per l'opera di informazione che hanno fatto alcune associazioni, in Messico con Nuestras hiijas de regreso a casa, fondata da Marisela Ortiz, venuta diverse volte anche in Italia, e da noi con il gruppo Donne di sabbia, che da alcuni anni mette in scena uno spettacolo sulla tragedia.
Monica Livoni, peruviana di nascita ma ormai torinese, è una delle responsabili di Donne di sabbia.
Quando siete nate come gruppo?
Siamo attivi dal 2006, lo spettacolo nasce da un testo originale di Humberto Robles, con cui ero in contatto da tempo, tradotto e adattato. Abbiamo portato Donne di sabbia in molte città, partendo da Torino, per arrivare a Genova, Bologna, Milano, Biella, Udine, Mestre, abbiamo fatto cinquantadue repliche, anche in posti non istituzionali, come librerie e spazi comunque ridotti. All'inizio leggevamo il testo, adesso lo interpretiamo, siamo entrate nei personaggi. Nel nostro spettacolo ci sono testimonianze dei parenti delle vittime, brani toccanti come il diario di una ragazzina uccisa, dati statistici, pezzi di articoli.
Quindi la vostra iniziativa piace ed è cresciuta.
Certo, abbiamo avuto l'appoggio di diverse associazioni, come Amnesty International, Donne in nero, Usciamo dal silenzio, La casa degli angeli di Davide, e abbiamo conosciuto tante belle realtà, spesso lavorando molto sul passaparola. Non chiediamo soldi, solo un rimborso spese se andiamo fuori Torino, e raccogliamo offerte non per noi, ma per l'associazione Nuestras hiijas de regreso a casa, che ha tra le sue finalità quella di assistere gli orfani del femminicidio, figli, fratelli, sorelle, con attività di laboratori creativi e culturali, e cercando di far capire loro che non è scontata tutta questa violenza.
Che tipo di pubblico viene a vedervi?
Soprattutto donne, spesso già impegnate socialmente in qualcosa, abbiamo fatto anche attività nelle scuole, raccogliendo ottimi frutti dove gli insegnanti avevano fatto lezioni di preparazione all'evento. Di Ciudad Juarez si parla molto di più da quando è uscito il film "Bordertown" con Jennifer Lopez e Antonio Banderas, da allora la richiesta del nostro spettacolo è cresciuta esponenzialmente. I nostri picchi di attività sono a marzo per l'8 marzo e a novembre per la Giornata contro la Violenza sulle Donne.
Ecco cosa farete per l'8 marzo?
Abbiamo in programma diverse iniziative, sotto il nome di Non una di più. A Torino, il 5 marzo alle 16 e 45, presso il Museo del Cinema in via Montebello 20, ci sarà un'installazione dal vivo organizzata da Laura Fusco, chi volesse partecipare può mandare una mail a din.torino@gmail.com Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , mentre alle 18 la Mole sarà illuminata di rosa, così come altri monumenti in altre città italiane. Sarà presente Marisela Ortiz.
Martedì 8 marzo, sempre a Torino, presso il Cecchi Point di via Cecchi 21/a alle 21 ci sarà una serata di performances musicali e teatrali organizzata da Salvagente-Libera Internazionale e Largabanda, a cui interverranno Maria José Fava, presidente di Libera Piemonte, Marisela Ortiz e altre donne impegnate nei diritti umani. Ancora a Torino il 13 marzo al Teatro Vittoria in via Gramsci 4 dalle 19 alle 23 un evento con musica e parole organizzato da Donne di Sabbia con Amnesty International, Donne in Nero, Casa delle Donne, Salvagente, SUR Società Umane Resistenti, Antropocosmos, Urzene.
A Firenze, dal 5 all'8 marzo saranno illuminate due statue simbolo della violenza contro le donne, "Il Ratto delle Sabine" di Giambologna e "Giuditta e Oloferne" di Donatello, in Piazza della Signoria e la sera dell'8 marzo, presso il Salone dei 500 di Palazzo Vecchio ci sarà la rappresentazione teatrale di "Donne di sabbia".
A Genova sarà illuminata di rosa la fontanta di piazza De Ferrari, mentre a Ferrara si tingerà di rosa la facciata della Residenza municipale, con l'esposizione di uno stendardo per ribadire il sostegno di Comune e Associazioni alla lotta di Marisela Ortiz.